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    Data: 21/05/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Lucido De Lirio

    ... forzò a controllare ogni emozione, ogni movimento, ridusse anche il respiro. «Resta così immobile ed ascolta: quello che farai è la prova della tua sottomissione completa. Dimostrerai la tua obbedienza cieca ed incondizionata spingendo con le tue mani il pugnale nel tuo petto e trafiggendoti il cuore. Oltre a dimostrare la tua sottomissione, questo gesto ti consentirà di liberare il tuo corpo dalla tua inutile esistenza, facendo cessare per sempre la tua Grande Colpa. Prenditi il tempo che ti serve per riflettere e convincerti e poi mi dirai quando sei pronta. Dovrai essere convinta al punto di farlo con grande serenità» Elena rimase sconvolta. Ma non sconvolta dall’apprendere quale fosse la prova, né dalle parole del Padrone, sconvolta invece dal fatto che le sembrava logico e normale ciò che doveva fare. Pensò che non le sembrava per niente folle questa prova, ma invece era la giusta conclusione del percorso su cui era stata guidata in quei mesi. E si stupì di non aver capito dal primo giorno una cosa così naturale. Solo questo gesto avrebbe potuto provare la sua sottomissione assoluta, totale, completa, incondizionata … definitiva; e lei era fermamente determinata a dimostrarlo senza tirarsi indietro. In più, come diceva giustamente il Padrone, l'unico modo per espiare definitivamente la Grande Colpa era di farla cessare, quindi di terminare la sua inutile esistenza. Ora era serena, serenamente decisa, era pronta. Distese il viso in un sorriso dolce e sereno, con una ...
    ... gioiosa luce negli occhi. «Sono pronta» disse con voce pacata, poi si sentì di dover aggiungere «Grazie per avermi condotta in questo percorso ed indicato la meta» «Ero certo che ci avresti messo poco, secondo me eri già convinta da tempo. Adesso però procedi! non esitare oltre…. un'ultima cosa: mi piace il sorriso che hai in questo momento, cerca di conservarlo» Elena non esitò. Cominciò a spingere con le mani il pugnale verso il suo petto e sentì il dolore della punta che cercava di aprire la pelle. Sapeva che avrebbe sentito dolore, ma immaginava, giustamente, che al confronto delle torture cui era stata sottoposta in quei mesi, sarebbe stato un dolore da non considerare affatto, un dolcissimo dolore. Spinse ancora e sentì distintamente la punta tagliare la pelle e penetrare, allargando man mano la ferita. Una lieve smorfia, poi si rilassò e ridistese il sorriso. Riprese a spingere e ora la penetrazione fu continua, in breve un bruciore le fece capire che ce l'aveva fatta. Riuscì a vedere il manico del pugnale a contatto del petto, la lama era tutta dentro, ma ormai lo sguardo le si era annebbiato, perse istantaneamente le forze e reclinò la testa verso sinistra. I suoi occhi si fissarono in quelli di Lui, ma pur rimasti aperti non vedevano più. Le mani le scivolarono dall'impugnatura e giacquero sul petto. Lui gliele prese e le distese lungo i fianchi ma lei non se ne accorse. Elena gli aveva provato la sua totale dedizione. Con grande serenità. Continuava a sorridere, Lui le ...
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