Scoprendo mia moglie, cap. II: regalo di Natale
Data: 04/06/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Cuckold
Autore: Willard, Fonte: RaccontiMilu
... culo ben bene, e , dopo averle abbassato il bacino al livello del mio, la inculai con un colpo secco, profondamente, venendo dopo qualche secondo (certo la resistenza non era il mio forte). Lei a quel punto, restando nella stessa posizione, girò la testa verso di me e mi invitò a continuare a leccarla allargando, con le mani, l'incavo tra le sue cosce ancora costretto dai leggings che le stavano abbassati solo sopra le ginocchia.Ormai era chiaro che la ragazza aveva perso totalmente le sue originali inibizioni, ma che, soprattutto, le avevamo perse noi come coppia. Non mancai inoltre di complimentarmi con lei per la sua nuova capacità di sapermi stuzzicare e di prestarsi senza tante storie alle mie voglie. Atteggiamento che, chiosò lei, teneva molto volentieri, confermandomi ancora una volta, quasi volesse rimarcare il concetto, che si era come sbloccata dopo l'estate, e che non aveva più paura di nascondere e negare, prima di tutto a se stessa, i propri desideri e appetiti sessuali. Quest'ultima cosa che ebbe il coraggio di affermare da una parte mi rallegrò, ma da sotto un altro aspetto insinuò nella mia mente � avrete capito un po' contorta � un pensiero doloroso ed eccitante allo stesso tempo: non è che la mia mogliettina, finalmente liberata dai tabù di una cattolicissima educazione, oltre che cercare di eccitare e soddisfare il sottoscritto esprimeva questi suoi nuovi e inesplorati sentieri dei sensi con qualcun altro o, meglio ancora, con più di uno?A novembre di ...
... quell'anno presi una decisione �epocale�, che si rilevò gravida di conseguenze: su insistenza di Titti e non senza qualche rimpianto, abbandonai il calcetto e mi iscrissi nella palestra che lei frequentava ormai da un paio di anni. Così accontentavo anche il suocero pensai, anche se lui, per �fare delle cose insieme� forse intendeva i corsi prematrimoniali che teneva con sua moglie da anni in appoggio al parroco della sua �comunità� (che parola del cazzo). Non ero mai entrato in una palestra e, da calciofilo impenitente, avevo sempre considerato tutti quelli che facevano pesi, nuoto, flessioni e vari esercizi ginnici come dei coglioni. Era indubbio però che dovevo iniziare a porre riparo al decadimento inesorabile del mio corpo e, soprattutto, limite alla mia sempre più prominente panza, sgradita, tra l'altro, alla mia dolce metà. Venni a conoscenza così delle amicizie che mia moglie aveva stretto nel frattempo, persone che non avevo mai minimamente considerato e con le quali la lasciavo uscire da sola, e mi accorsi ben presto della variegata fauna che frequenta le palestre e soprattutto di quella, che era la più quotata (nonché costosa) della città. Uno dei primi che non poté fare a meno di colpirmi fu George, uno degli istruttori: era un afroamericano sulla quarantina alto circa 1,85, con delle cosce enormi e delle spalle monumentali; sembrava, per chi se lo ricorda, un calciatore olandese che giocò nel Milan tra gli anni ottanta e novanta. A differenza dell'asso rossonero ...