La ragazza del mio amico
Data: 21/01/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: setiprendo222
... baciarla ancora. Avrei dovuto guidare, adesso, e volevo scaldarla per bene prima che ci ripensasse. Sara si lasciava baciare il collo, la bocca, e toccare ovunque senza opporre nessuna resistenza, piazzandomi una mano sul pacco in tiro e sospirando. L'avrei presa lì, in quel momento, ma c'era troppo movimento di gente che andava e veniva.
"Tienila così finchè non arriviamo a casa..." susurrai, levandomi la sua mano dal pacco ormai dolorante, e piazzandola sul suo sesso. Sospirò mugolando un "sì", mentre saltavamo in auto.
Guidai più velocemente che potevo conscio dei controlli su quella strada, mentre tiravo a me Sara, cercando di continuare a stuzzicarla. Ad un semaforo rosso, inutile, piazzato in mezzo ad una statale dove poteva bastare una rotonda, mi girai verso di lei, le afferrai la nuca sotto quell'enorme massa di ricci e la baciai con foga. Rispose come un animale in calore, sospirando e toccandomi il petto e il pacco con foga. Non c'era bisogno di stuzzicarla ulteriormente, era ormai partita a tutta velocità, lo sentivo persino dal suo odore.
Arrivammo a casa velocemente, ma per come la volevo era fin troppo tardi. In ascensore andammo a sbattere contro tutte le pareti, impegnati a succhiarci la lingua l'un l'altro. Le sussurravo la mia eccitazione in un orecchio, e quello che sentivo con la mano sul suo inguine era un fuoco bagnato che non si sarebbe spento facilmente.
Finalmente arrivammo al mio appartamento e ci lanciammo praticamente dentro. ...
... Chiusi la porta con un calcio e la sbattei contro la parete del corridoio, aderendo a lei. Continuò a baciarmi mentre le sue mani correvano sul mio pacco.
"tiramelo fuori" le sussurrai a denti stretti, facendola staccare da me. Fissandomi, si accovacciò sui suoi tacchi slacciandomi i pantaloni e tirandolo fuori in tempo zero. Sono una persona onesta, non millanto misure che non possiedo, ma nessuna ha mai avuto da ridire su quel che la natura mi ha dato, anzi.
Sara era troppo vicina con il viso, e il mio membro finalmente libero le sbattè con un rumore sordo sul viso. Mi guardò con uno sguardo voglioso. "me l'aspettavo più piccolo..." la fissai "... sono abituata a Michele ". Rimasi di stucco, e ormai assatanato, nel sentirle dire una frase del genere, con quella voce da ninfomane, in ginocchio di fronte a me, la ragazza del mio amico, il mio cazzo sobbalzò, pulsante, facendole abbassare lo sguardo e portandola a dedicarsi a baciare la cappella. Le sue labbra erano calde, umide, vogliose, e quando la sua lingua saettò fuori per cominciare a solleticare la mia asta, mi abbandonai ai brividi del piacere, scostando quella massa di ricci per godermi lo spettacolo.
Nel silenzio del mio appartamento, cominciò un'opera da vera esperta, dosando velocità e ritmo come se mi conoscesse da sempre. La fissavo, tenendole i ricci scostati dal viso non solo perché lei fosse comoda, ma per godermi lo sguardo voglioso che continuava a lanciarmi ogni volta che si staccava dal mio cazzo. ...