Il nano elefantino
Data: 03/02/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: benves
... spiaggia regnava la pace, gli animatori stavano raggruppando chi dava loro corda per altri giochi lasciando noi “asociali” tranquilli a rosolare.
Mi seccava non aver preso un due pezzi; lo avevo evitato per ovvie ragioni ma sembrava che quella mia precauzione mio marito non l’avesse minimamente notata; col senno di poi avrei portato un paio di bikini e amen.
Mio marito tornò dopo diversi minuti, prendemmo l’aperitivo e dopo una mezz’ora tornammo al villaggio per il pranzo e dopo, verso le 14 ci ritirammo in camera.
Arrivati davanti il bungalow mio marito mi baciò su una guancia, “vado al bar vedere che attività ci sono per domani, torno tra poco. Va bene?”
Io annuì.
Mi sentivo stanca per quella mattinata e le sole cose che desideravo erano aria condizionata, doccia e letto.
Entrati lasciai che il piccolo andasse nella sua cameretta a disegnare, io mi chiusi in bagno e tolsi i vestiti e poi il costume: il sole mi aveva già abbronzato e si poteva chiaramente vedere la forma a body sul mio corpo.
Mi girai il più possibile per vedere la schiena ma di certo lo spettacolo non era dei migliori.
Mi concessi una rapida doccia, ad acqua fredda e la trovai rilassante e rinfrescante.
Mi misi addosso un paio di pantaloncini e una maglietta e mi sdraiai sul letto sotto il bocchettone dell’aria condizionata.
Stavo quasi per prendere sonno quando sentii suonare alla porta. “Eccolo,” dissi pensando che fosse mio marito.
Mi recai ad aprire ma dall’altra parte ...
... trovai invece Andrea.
La cosa mi irritò al quanto poiché cominciavo a sentirmi pedinata da quel piccolo animatore che pareva essere più appiccicoso della carta moschicida.
“Salve,” lo salutai con un sorriso forzato.
“Ciao Mara, sono passato a darvi questo. C’è tuo marito?” La sua mano tesa verso di me con in umano un biglietto giallo con sopra delle scritte. “E’ un invito per te e tuo marito alla festa dell’animazione, c’è anche lo spazio per i piccini così potrete passare un po’ di tempo a divertirvi e magari conoscere nuove persone.”
Presi il biglietto sentendomi un po’ in colpa; avevo travisato la sua presenza e questo mi dispiacque profondamente.
“Ci saremmo,” gli promisi per rimediare. “Ma adesso scusami ma stavo riposando.”
“Scusami tu, buon riposo e a stasera.”
Chiusi la porta ma non tornai subito a letto, da quando eravamo arrivati, riflettei, mi aveva dato più attenzioni quel piccolo uomo che mio marito anzi, a pensarci bene, non so neanche da quanto mio marito non me ne dava così tante.
Che la nostra coppia stesse zoppicando era ben visibile ma fino a quel momento non avevo realizzato di come fossi solo io a cercare di fare qualcosa per risistemare la faccenda; seccata da quel pensiero, per la prima volta da giorni, decisi di fare qualcosa per me stessa.
Aprii nuovamente la porta, Andrea stava scendendo lentamente i gradini del piccolo ingresso che separava la porta interna da quella esterna “Andrea,” lo chiamai, “ti va di entrare?”
Lui ...