Ho tradito il mio ragazzo con un avversario
Data: 15/02/2018,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Milla90
... penso io… - gli dissi fissandolo allo specchio.
- Si – rispose lui con un sorriso impercettibile, - alza una mano che ti metto il sapone per lavarti.
Io non risposi, ma non mi mossi ed obbedii, alzando la mano al mio fianco e aspettando che ci mettesse sopra il bagno schiuma. Fu di parola e così cominciai a strofinarmi la coscia con il suo sperma sopra, mentre dovetti appoggiare il mio bacino al lavandino per evitare il contatto con il suo uccello.
- Hai un gran bel culo, sai? – disse lui, mentre lo sentii infilare l’uccello tra le mie gambe a stretto contatto con il tessuto della brasiliana.
- Stai fermo, non ti ho dato il permesso di farlo – gli dissi, tornando a guardarlo dallo specchio. Sentivo il suo uccello duro come una quercia farsi strada tra le mie gambe, strofinando l’asta tra le mie chiappe. I ragazzi con cui ero stata ci mettevano sempre una mezz'ora prima di tornare all'erezione, questo ragazzino invece dopo cinque minuti sembrava essere più duro di prima. Che ingiustizia, pensai, doti sprecate in un soggetto così misero.
Mentre sentivo che continuava a sprofondare tra le mie gambe, fissai verso il basso, notando la sua cappella spuntarmi da sotto l’inguine e fermarsi. Contemporaneamente sentii il suo bacino appoggiarsi alle mie natiche.
- Scusa ma… te lo sei mai misurato? – chiesi stupita.
- Non lo so, una ventina su per giù… - mi rispose ridendo.
- Direi anche di più… - ero ormai completamente rossa in viso. Sentivo un formicolio ...
... al basso ventre, e la posizione assunta non mi aiutava per niente. Era piuttosto eccitante.
Lui cominciò a muoversi avanti e indietro, lentamente. Facendolo strusciare contro di me.
- Stai fermo. Vuoi combinare un altro pasticcio? – gli chiesi io, mentre imi resi conto che cominciavo a bagnarmi, - Sono fidanzata! – aggiunsi più per farmi forza, che non per opporre resistenza.
- Finchè lo struscio soltanto, non è tradimento. - mi sussurrò lui all’orecchio.
In effetti, aveva ragione, pensai. Ma lo pensai perché davvero ci credevo? O perché non volevo che quella splendida sensazione finisse? Rimasi zitta, e tornai a guardare la sua cappella che ora compariva e scompariva dalle mie cosce. Proprio in quel momento vidi allargarsi una macchia più scura sulle mie brasiliane nere. Mi aggrappai al lavandino che avevo davanti, cercando di coprirmi il volto con i capelli, abbassando la testa.
- Che c’è? – mi chiese.
- Niente, non ti preoccupare – gli risposi con un filo di voce.
- Bene, allora continuo – lo sentii ghignare. Detto ciò, preso il filo della mia brasiliana, quello che passa in mezzo alle natiche e lo sentii tirarlo. Se lo stava annodando al cazzo. Fece due giri attorno all’asta e poi tornò ad inserirla tra le mie cosce. Così facendo, ora la sua asta era completamente a contatto con le mie labbra vaginali. Un brivido di goduria mi scosse.
- Che fai? – gli chiese, un po’ rinsavita.
- Stai tranquilla, te le lascio le mutande – mi tranquillizzò lui, ...