Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com
... con gli sculaccioni davanti a tutti quanti i parenti e agli amici proprio durante la sua festa di compleanno; il signor Eric glielo avrebbe ricordato infinite volte di lì in avanti, per redarguirla o semplicemente per minacciarla, anche se non si sarebbe mai più ripetuto.
Rimase così in piedi a lungo, con la gonna sempre sollevata attorno ai fianchi e con le chiappone molli tutte arrossate in bella mostra; gemeva ancora in modo penoso.
Si sistemò la gonna a fatica, prima di allontanarsi; salì le scale tra gli sguardi ironici e divertiti di tutti quanti, e di qualche amica compassionevole come Edina, la quale non trovò tuttavia nemmeno una parola che potesse consolarla.
La festa si concluse così, molto prima del previsto.
Terzo episodio
Gli occhi marroni di Pascal, quelli li aveva incrociati di soppiatto, mentre era completamente annichilita, fradicia di lacrime e travolta dalla vergogna. Si era rassettata a fatica ed era filata via su per le scale, ma quegli occhi così intensi, seri e profondi, l’avevano scrutinata, giudicata, umiliata senza pietà ed infine, quasi certamente derisa.
Le parole di Jeanne dell’indomani, fuori dalla scuola, glielo avevano semplicemente confermato; i commenti ed i risolini delle amiche e delle compagne della scuola di canto, lo sguardo compassionevole dei parenti e dei cuginetti e tutto il resto: quel pomeriggio, lei lo avrebbe ricordato per sempre; Hélène lo comprese chiaramente, non appena salì le scale, subito dopo essersi rimirata ...
... tristemente dentro lo specchio.
Si era vista con gli occhi di tutti quanti gli altri; si era sfilata di dosso la giacca di lanetta bianca, che le teneva molto caldo, ed infine aveva tirato nuovamente su, la gonna stretta ed elasticizzata; il tubino arancione righettato sembrava un fascione di stoffa arrotolato tutto intorno al busto e ai fianchi della poveretta, mentre il triangolino delle mutandine le ricopriva il monte di Venere rigonfio, con intima delicatezza.
Si volse, e quello che vide nello specchio non lo avrebbe mai più dimenticato: il filino color carne era quasi invisibile, in mezzo a due glutei rigonfi e sudati, che a malapena respiravano dopo tanta oppressione. Entrambi erano attraversati da una chiazza ovale rossiccia, da cima a fondo, e nel mezzo una macchia ancora più vistosa, quasi tumefatta.
Pianse amaramente per diversi minuti, senza riuscire a distogliere lo sguardo da lì, da quel sederone triste e butterato; mentre sentiva un senso indicibile di vergogna e di sconfitta montarle dentro: era stata veramente una stupida ed aveva ottenuto quello che meritava.
Si presentò a scuola che ancora le faceva molto male, impacchettato stretto sotto ad una lunga ed insulsa gonna di tessuto blu, riparato solamente da un casto paio di mutandone bianche. Prima ancora d’udire l’infelice battuta dell’amica Jeanne, la quale volle apparentemente infierire su di lei, fu la sempre attenta e discreta Edina, a provare a lenirne almeno in parte il dolore: le rivelò d’essere ...