1. Storia di Hélène


    Data: 26/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: helene89@mail.com

    ... sulla trentina alto ed elegante, che aveva parcheggiata sul bordo della strada la sua potente automobile sportiva; anche Rosaleen mentre si cambiava, confidò alle sue colleghe, di doversi precipitare a casa del suo ragazzo che oramai la attendeva da troppo tempo. Veronica invece era addirittura sposata, anche se il marito si trovava in un’altra città per motivi di lavoro. L’unica single tra le cameriere del locale, era proprio Elle.
    Hélène fece per sciogliersi i capelli, ma in quell’istante con sua grande sorpresa trovò un mazzo di nove rose rosse appoggiato sopra la sua borsa bianca, avvolto in un drappo di cellophane; le altre ragazze non erano attorno, e vicino a lei si trovava unicamente Leo, uno dei due camerieri maschi. La guardò e sorridendo le disse con la sua consueta grazia: “…non penserai mica che sia stato io?!?”, e si mise a ridere. Hélène lo fissò, era ancora assai meravigliata per quel dono del tutto inatteso, e a quanto pare non apprezzò nemmeno quella battuta. “… e leggi il bigliettino… no ?!?”, ribatté il cameriere indicando in basso.
    Stretto intorno al cellophane, tenuto insieme da un elegante nastro rosso, un minuscolo bigliettino bianco portava con sé una semplice dedica: “Per la bambina più furbetta e cattivella del mondo”, ed in fondo a chiudere il tutto “Ti voglio, Lele”.
    Leo allora riprese il discorso, e le disse: “Hai visto che non sono io, anche se il nome mi somiglia …”, e si mise a ridere. Aveva letto il bigliettino, e non era stato il solo. ...
    ... Infatti, di lì a poco, mentre Hélène recuperava le sue cose dalla borsa per potersi cambiare, vide appoggiata allo stipite la sagoma di Adrian che la scrutava dall’alto in basso.
    “Cosa vuoi?!?” l’apostrofò Hélène, il cui iniziale stupore per quel dono inatteso, aveva presto lasciato il posto ad uno strano sentimento di smarrimento e di timore. Ma Adrian non rispondeva, ed allora Hélène fece per rimettere il suo ricambio dentro alla borsa, pensando di andarsene a casa direttamente col suo abito da lavoro.
    A quel punto il cuoco romeno finalmente aprì bocca, e con voce spezzata e roca, le disse: “Tienilo quel fiore sulla testa che sembri quasi una spagnola … ed invece quelli là li devi buttare … subito”.
    E poi senza attendere oltre, le domandò: “Chi è … Lele eh?”.
    Hélène si sentì tremare tutta, tra le gambe e lungo la schiena; rispose balbettando: “Chi sei tu, per potermi dire cosa devo fare …”. Ma subito si rese conto di avere sbagliato, dal momento che quello le si fece più vicino, in modo minaccioso. Hélène sentì la pressione salirle, avrebbe voluto chiamare qualcuno, ma dalla sala del locale si udivano oramai sporadici rumori, unicamente di sedie che si spostavano e di posate rimesse in ordine.
    Allora ristette attaccata al muro, mentre Adrian oramai era ad un passo da lei; le fu vicino, ed infine con un gesto rapido e sconsiderato, le prese i fiori dalle mani e li scaraventò in un secchio per lavare i pavimenti. Poi non contento la afferrò per un braccio, provando a ...
«12...110111112...186»