1. Storia di Hélène


    Data: 26/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: helene89@mail.com

    ... fu peggio di una frustata. Non avrebbe mai saputo se la sua coinquilina stesse provocandola, o se realmente ella credesse, che lei era veramente vergine; tutte le storie che Hélène si era inventate non erano bastate, per convincere le sue due compagne d’appartamento, che ella avesse realmente avuto un ragazzo nel suo lontano passato.
    Allora replicò leggermente piccata, a bassa voce: “Ma cosa dici?”; ma Paula non aggiunse nulla. Tra ragazze si capiva benissimo, come lei non avesse mai avuto una vera esperienza, e per quanto Hélène s’illudesse, le sue bugie erano oramai note e acclarate da tempo.
    Il termine della lezione interruppe quella non semplice conversazione, e finalmente Hélène rimase da sola, dal momento che Paula si era mossa nell’edificio accanto per seguire un corso del secondo anno. Si accomodò seduta nella sala quasi vuota della biblioteca, ed iniziò a studiare in tranquillità.
    In quel momento però fu nuovamente presa da uno strano turbamento: aveva negli occhi lo sguardo aggressivo di Adrian, mentre quegli le strappava dalle mani senza alcun rispetto, il mazzo di fiori regalatole da Lele; e poi ripensava al pene lungo e arcuato di Costanzo, o a quello più largo e tosto di Marco; infine rivide anche Lorenzo, mentre quegli eiaculava copiosamente, sulla schiena della sua coinquilina.
    Fare l’amore doveva essere davvero molto doloroso, pensava tra sé e sé Hélène, mentre le pagine del libro che teneva aperto sulla scrivania, erano divenute fogli insulsi pieni di ...
    ... macchie nere prive di significato. Un dolore simile ad un abuso, ad una violenta forzatura: un oggetto duro e vibrante conficcato in mezzo alle gambe … peggio di un castigo.
    Quel pensiero l’aveva trascinata via, e oramai turbata del tutto; si sforzò parecchio per ricomporsi, ma era scivolata nel baratro di quei brividi sporchi e vergognosi, ed il resto della giornata, trascorso in casa, non le fu per nulla di aiuto.
    Era inquieta e quell’ossessione non voleva proprio saperne di lasciarla in pace; dovunque ella andava, vedeva sempre degli uomini che la fissavano, e li immaginava tutti quanti con il loro sesso fermo tra le mani, pronti a farle provare quello che da tempo ella avrebbe dovuto conoscere.
    La sera del diciotto di febbraio, ritenne necessario calmarsi un poco, prima di potersi recare al lavoro; lo fece bevendo una buona camomilla spruzzata col limone nella sala da tè, in perfetta solitudine. Aveva lasciato a casa il suo provocante intimo nero acquistato al mercato, si sentiva tremendamente grassa e inadeguata con quella roba indosso.
    Entrata in cucina, subito vide Adrian con un vistoso livido scuro sopra l’occhio: come spesso accade alle femmine, immediatamente Hélène provò un vivo senso di pena e di preoccupazione per lui; e senza nemmeno pensarci un solo istante, gli fu vicino e gli domandò che cosa fosse successo.
    Quegli le rispose con tono di voce scontroso: “Che cosa diavolo ti importa!?! … tu sei solo una donna …”. Ci rimase male, ma fu presto Veronica a ...
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