Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com
... semplice bacio della buonanotte; in preda ad uno stato di grande confusione, nemmeno aveva provato a levarsi gli abiti da lavoro, cosicché ella portava ancora indosso la sua camicetta bianca, e la gonna scura di sempre.
Si ritrovarono in piedi alla fermata dell’autobus, mano nella mano, con Gheorghe immobile accanto a loro: offriva in continuazione sigarette al suo collega di lavoro, senza curarsi più di tanto di Hélène che era nel mezzo, avvolta nella sua giacca di colore blu scuro.
L’autobus notturno che passava per la stazione era sempre pieno di ambulanti e di senzatetto rumorosi e maleodoranti. Hélène di norma saliva e restava in piedi dalle parti dell’autista; ma quella sera, essendo accompagnata da due uomini, accettò di entrare dalla porta posteriore, e si sedette in mezzo a loro nella fila di posti sistemata sul fondo.
Lì all’improvviso notò un giovane ragazzo dalla pelle scura, che la sbirciava, fissandola senza davvero alcun ritegno in mezzo alle gambe leggermente schiuse; sollevò lo sguardo ed incrociò i suoi occhi luccicanti e sanguigni, e subito lo riconobbe: era Samir, il ragazzetto africano del negozio di frutta e verdura, che Hélène aveva frequentato ai tempi oramai lontani in cui abitava nel Convitto delle suore.
Anche lui la riconobbe, e le si fece incontro brancolando in mezzo all’autobus; era piuttosto ubriaco e puzzolente. Le si fece dinanzi, e giunto in fondo le protese una mano chiamandola in modo esplicito, tanto che tutti quanti lo poterono ...
... udire: “…Mademoiselle!”. Adrian allora si sollevò in piedi, e lo respinse in maniera brutale, facendolo rotolare indietro fino al punto da cui s’era inizialmente mosso. Quello fece nuovamente per riavvicinarsi, ma si capiva come fosse davvero malmesso; allorché fu gioco facile per il cuoco romeno, allontanarlo nuovamente con un forte calcione nel sedere, fino a vederlo ruzzolare quasi in terra.
Discese dall’autobus alla fermata successiva, subito dopo l’incrocio, e dalla strada ancora fissava Hélène con quei suoi occhi sgranati, tutti lucidi e bagnati.
Quando l’autobus raggiunse la grande piazza in fondo alla salita, Hélène si sollevò improvvisamente in piedi, e guardando Adrian negli occhi, con dolcezza gli disse: “Ecco io adesso devo scendere …”. Non si capiva se fosse un invito per lui ad accompagnarla, ma il cuoco romeno aveva evidentemente ben altre intenzioni, e le idee davvero molto chiare. La trattenne per un braccio, stringendola molto forte, e trascinandola goffamente indietro fino a farla sedere nuovamente, le disse: “Dove credi di andare a quest’ora?!? …ti porto io a dormire bella”. “Non posso! …domattina devo andare all’Università …” ribatté Hélène, con un accenno di vero disagio. Aveva compreso come quegli non intendesse semplicemente accompagnarla a casa, ma volesse condurla con sé in qualche altro luogo. La ragazzotta prese a tremare tutta, e guardando nuovamente Adrian dritto negli occhi, lo implorò: “…ti scongiuro … dove vuoi portarmi?!?”.
Quegli disse ...