1. Storia di Hélène


    Data: 26/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: helene89@mail.com

    ... singhiozzava, anche se non riusciva a capire se quelle lacrime le venissero fuori per causa del dolore fisico e dell’abuso che ella aveva subito, o per l’emozione di essere divenuta finalmente una donna.
    Quando Adrian uscì dal bagno, era nuovamente rivestito, e tirandola su per un braccio la costrinse ad assumere una posizione seduta sul letto; le portò direttamente un rotolo intero di carta igienica, invitandola a pulirsi tra le gambe per quanto le fosse possibile. La ragazzotta avrebbe desiderato almeno una parola di conforto, una tenera carezza; invece, tutto quello che il cuoco riuscì a dirle, fu un rude e scortese invito a fare in fretta: “Andiamo bellezza, mica possiamo passare la notte qui …”.
    La prese nuovamente per un braccio facendola alzare, e Hélène tenendosi una mano aperta a nascondere timidamente il pube, raccolse con l’altra il suo paio di mutandine che il cuoco le aveva sfilato di dosso; infine tenendosi sempre una mano sul davanti, e l’altra, in cui stringeva il suo slippino sul didietro, corse via sculettando fin dentro il bagno. Quello la guardò mentre la ragazzotta si allontanava, e si rese conto che era davvero piuttosto grossa, molto di più di quanto si sarebbe detto vedendola da vestita.
    Ritrovò il cuoco che fumava seduto alla scrivania, non nascondeva una certa impazienza; discesero le scale senza parlare, e quando furono finalmente nel piazzale antistante la stazione, erano già passate le quattro.
    Adrian mise Hélène sul suo autobus, lo stesso ...
    ... dell’andata, e la abbandonò lì senza attendere nemmeno per un minuto. Si fece dare da lei, il numero del telefono, pur dicendole che non l’avrebbe affatto chiamata durante il giorno.
    
    Trentaquattresimo episodio
    
    Non lo aveva mai fatto, di dormire nuda. Ma quella notte si sentiva sporca, tremendamente sporca e abusata; non avrebbe indossato nulla sotto le lenzuola, quasi come fosse un’espiazione, come se dovesse purificarsi.
    La vagina le faceva ancora piuttosto male, era stata aperta e dilatata, e spinta in fondo per diversi minuti.
    Hélène non dormì quasi nulla, e quando la sveglia suonò dopo meno di tre ore di inutili tentativi, nel vano e ostinato proposito di addormentarsi, ella poté avvertire benissimo di essersi ammalata.
    Avvisò Paula, che nel frattempo stava facendo la colazione, e quella guardandola con la solita espressione giocosa e furba, le disse: “Ti ha fatto ammalare eh …”, e si mise a ridere.
    L’avevano sentita rientrare, erano forse le quattro e mezza, e la cosa non era certamente passata inosservata; stranamente Chiara quella mattina appariva piuttosto scontrosa e fredda, ma Hélène non ci mise molto a concludere, che doveva essere stato forse Marco a riferirle della reazione sconsiderata di Adrian, la sera precedente al locale.
    Se ne stette a casa da sola tutto il tempo, e quando arrivò il primo pomeriggio, decise infine di telefonare alla signora Nadia, comunicandole che non sarebbe andata al lavoro quella sera. Non riusciva a togliersi quell’odore di ...
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