Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... fosse consentito d’aprire la cassa del denaro con le chiavi. Questo permetteva alla signora Nadia di dividere l’onere dei conti, e di portare anche il resto in banconote ai vari tavoli, velocizzando di molto le operazioni.
Dopo le dimissioni di Elle, la grande responsabilità era stata affidata a Cathy, la cameriera bionda altrettanto prudente ed esperta. Ma quest’ultima al contrario di Elle, nutriva un’incrollabile fiducia nei confronti delle proprie colleghe, per cui spesso lasciava che le altre cameriere portassero da sole il denaro, per poi prelevare dalla cassa il resto.
La signora Nadia quella sera avvertiva un’inspiegabile sonnolenza, aveva bevuto la sua solita spremuta al limone con lo zucchero, e adesso non riusciva proprio più a tenere gli occhi aperti; era una donna fiera ed orgogliosa, per cui andò avanti tutto il tempo con la testa che le vacillava.
Hélène andava servendo, tutta compunta i tavoli dalle parti dell’ingresso; mentre portava via alcuni piatti e liberava la tovaglia dov’erano stati precedentemente seduti alcuni giovani, intravide con grande stupore, la sagoma bassa e sbilenca di Jan che attraversava la porta a vetri, entrando in modo furtivo dentro il locale stracolmo di persone.
Era stata lungamente istruita, sulla necessità di dare sempre cordialmente il benvenuto, a tutti coloro che entrassero dentro il locale; e così fece anche stavolta, dopo il primo istante di smarrimento, nel vedere colui che l’aveva spiata in maniera indecente e ...
... vergognosa poche settimane addietro.
Teneva una pila di piatti stretti vicino al grembo, ma volle fare per bene e fino in fondo il suo dovere, per cui voltandosi leggermente sul lato destro, nella direzione della porta a vetri, sorrise a Jan in modo palesemente innaturale e con evidente imbarazzo. Gli disse: “Buonasera signore, è solo?”.
Quegli rispose in modo incomprensibile, con un’espressione del viso ironica e indecifrabile; Hélène allora gli si fece più vicina, ed avvertì anche un discreto malodore. Lo lasciò nei pressi della lunga barra, dove erano disposti i calici del vino, apparentemente senza interessarsi più di tanto a lui.
Quando entrò nella cucina, Hélène riferì ad Adrian con tono di voce fermo e preciso, di avere veduto il suo compare all’interno del locale aggirarsi tra i tavoli, forse nell’intento di bere qualcosa. Quegli la respinse con un’insolita vena nervosa, era evidentemente più irascibile e adirato del solito, liquidandola di gran fretta: “Che cosa ti interessa bellezza …vai di là e servi i tavoli … invece di farmi perdere tempo”.
Fu talmente rude e scortese, che Hélène provò un forte sentimento di disagio nei suoi confronti.
Uscì dalla cucina, e di Jan non vi era più in giro alcuna traccia. Lo cercò dapprima nella sala centrale, ed in ultimo in quella vicino all’ingresso; ebbe persino lo scrupolo di domandare a Cathy, se per caso avesse veduto un uomo basso e buffo, e leggermente claudicante. Era un assiduo conoscente di Adrian, aggiunse senza alcuna ...