Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... stupidi, e per giunta pure dei dilettanti”, e fece finta di ridere, tradendo una grande rabbia. “Dovrete parlarne con il giudice adesso … e io vi rovino a tutti e due lo sapete?”. Adrian si fece coraggio e provò a controbattere qualcosa, ma fu subito messo a tacere.
La sua posizione era veramente difficile da difendere: Jan abitava con lui, ed era entrato nel locale sapendo perfettamente dove si trovava la cassa, approfittando della sciagurata leggerezza di Cathy e delle altre cameriere. Erano troppi gli elementi atti a dimostrare chiaramente, come lui avesse potuto fornire al suo compare, tutte quante le informazioni necessarie ad attuare il loro piano.
Il signor Mariano gli puntò il dito addosso e gli disse senza alcun dubbio, né incertezza: “Da questo momento sei licenziato, non presentarti più in questo locale se non vuoi che io chiami la polizia … e sarai denunciato assieme al tuo amico per furto organizzato, dovrete restituire tutto quanto e finirete tutti e due in prigione, e mi auguro che ci rimarrete davvero a lungo!”.
Adrian si sfilò i guanti di plastica con un gesto rapido e scontroso, e glieli sbatté sulla scrivania con apparente aria di sfida, ma in realtà si trattava unicamente di un moto di disappunto e di rassegnazione. Infatti, subito dopo li riprese e volse le spalle uscendo dalla stanza senza fiatare; era evidente come tutto ciò rappresentasse una chiara ammissione di colpevolezza, e Hélène si ritrovò così da sola, dinanzi all’uomo seduto dietro ...
... alla scrivania con il suo sigaro sempre acceso nella mano.
Quegli prese ad osservarla, scrutandola dalla testa ai piedi, con fare apparentemente tranquillo e rilassato; Hélène tremava in modo vistoso, tutta quanta agitata e sudata, e le calze strette e abbottonate attorno ai fianchi la facevano sentire ferma e imbalsamata, come una statua.
Mariano continuava ad osservarla, con un sorriso simile ad un ghigno rabbioso, ironico e divertito al tempo stesso.
Passato qualche istante interminabile, quello prese finalmente la parola, e dopo l’ennesima boccata del suo sigaro, le disse scrutandola ancora una volta dalla testa ai piedi: “E tu? …sembravi così carina e brava … e ti sei messa a trafficare con questi qua, gente da galera!”.
Hélène si mise a piangere nuovamente, non aveva la forza di reagire; avrebbe voluto dire qualcosa, rispondere che lei non c’entrava davvero nulla, ma non riusciva ad aprire la bocca e a parlare; il signor Mariano riprese guardandola negli occhi: “Tu sei una di loro, e meriteresti di essere denunciata … ma mi fai pena e non voglio rovinarti tutta quanta assieme …”. E fece un nuovo tiro del suo sigaro.
Poi aggiunse: “È evidente come loro ti abbiano sfruttata per i loro fini … e tu fai il loro gioco? Meriteresti d’essere licenziata anche solo per la tua stupidità”. Hélène continuava a piangere e a singhiozzare, con una mano aperta sul viso, e la testa piegata in basso; aveva assunto una postura ricurva sulle spalle veramente umile e penosa.
Mariano ...