Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... apparentemente rifletté qualche istante sul suo conto, e dopo l’ultima tirata di sigaro, concluse: “Io non credo che tu sia una mela marcia ragazza, preferisco pensare che tu sia semplicemente una stupida”; aprì una mano e la poggiò sul tavolo come a voler stabilire un precetto, ed infine alzando la voce le disse: “Domattina ti voglio qui, alle dieci puntuale, e non sgarrare di un minuto hai capito!?! … ti spiegherò io come si lavora e come si sta al mondo, hai bisogno di una lezione e devi ringraziarmi per la mia pazienza … e adesso via, sparisci”.
Hélène sfilò via a testa bassa, davanti allo sguardo severissimo ma anche assurdamente curioso della signora Nadia; quest’ultima non aveva infatti ancora compreso, che cosa il marito avesse intenzione di fare con lei; e subito accolse con totale disaccordo, la sua decisione: l’avrebbe trattenuta tra le cameriere del locale, nonostante tutto quello che Hélène aveva combinato.
Quarantesimo episodio
Dovette inusualmente uscire di domenica mattina, e lo fece stranamente vestita anche stavolta, con gli abiti da lavoro. Non aveva infatti alcuna idea, di che cosa il signor Mariano avesse in mente per lei; nel dubbio aveva così deciso, di mettersi addosso gli stessi vestiti della sera.
Alle sue due coinquiline Hélène non disse nulla; Chiara era ancora a letto che dormiva, essendo rientrata a sera tardi; Paula invece le domandò dove avesse intenzione di andare di domenica mattina così presto, ma non insistette più di tanto con la ...
... curiosità. Così la ragazzotta belga si ritrovò a risalire nuovamente a piedi lungo la strada che portava al locale, immersa in enormi dubbi e in grande inquietudine.
Giunta dinanzi alla porta d’ingresso, trovò la serranda mezza abbassata, e dovette piegarsi leggermente in avanti per entrare nel locale buio, pieno di fusti di birra accatastati l’uno contro l’altro. Chiese permesso con la sua solita voce da bambina, teneramente anonima, ma sulle prime nessuno rispose. Fece allora timidamente un passetto in avanti, e giunse nei pressi della barra della sala centrale; lì finalmente vide il signor Mariano, col suo solito sigaro, che sistemava alcune carte dentro ad un cassetto nei pressi della credenza, senza apparentemente dare alcun peso alla presenza di lei.
La stava completamente ignorando, senza alcuna attenzione né alcun riguardo; Hélène ristette in piedi, decise di rimanere immobile come un manichino, nei pressi della barra: teneva la sua piccola giacca blu piegata tra le mani. Pensò di dover attendere che quegli completasse le sue mansioni, tacendo in silenzio e senza interferire affatto.
Ogni tanto quello la guardava, aveva indosso un paio di occhiali per leggere, e la scrutava con severità, col viso piegato in basso, senza mai parlarle né darle alcun cenno di saluto. Passati almeno dieci minuti, la ragazzotta belga iniziò a pensare, che potesse essersi presentata lì fin troppo presto, e facendosi un po’ di coraggio domandò: “Vuole che io ritorni più tardi signore?”. ...