1. Storia di Hélène


    Data: 26/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club

    ... Ma allora Mariano finalmente aprì bocca, e tossendo leggermente per via del fumo, disse senza alcuna esitazione: “Neanche per sogno … tu devi restare lì immobile zitta e muta finché non ho finito, avrò tempo per te dopo”.
    Hélène abbassò timidamente il capo, aveva capito di avere commesso un errore a prendere l’iniziativa con quella domanda frettolosa ed inopportuna. Assunse pertanto un’espressione leggermente contrita e triste, con la testa piegata in basso, e le mani intrecciate sul grembo, attendendo che quegli avesse tempo di dirle cosa doveva fare. Ma l’uomo era sparito dentro il suo studio, e per almeno altri cinque minuti non successe nulla, la situazione era difficile ed il timore iniziava ad assalirla.
    Quando poi era quasi giunta sul punto, d’iniziare ad agitarsi, fu finalmente convocata dal signor Mariano, con un semplice schiocco di dita: “Vieni … avanti …”.
    Lo trovò come al solito dietro alla sua scrivania, col sigaro in mano, e gli occhiali che adesso aveva tirato su all’altezza della fronte larga e corrugata. Le disse: “Ferma lì, in piedi”.
    Hélène prese nuovamente a tremare, era evidente come quegli non avesse intenzione di trattarla in modo gentile e caloroso; ma ristette provando a non tradire alcun disagio né imbarazzo, ad un metro di distanza dall’uomo, che stava sempre seduto dietro alla sua scrivania.
    “Come avrai intuito … non siamo qui per una circostanza piacevole …”, riprese il proprietario del locale, e finalmente si levò anche egli in piedi, ...
    ... trattenendo sempre il suo sigaro fermo tra le dita. “Il cuoco ed il suo compare sono già agli arresti, mi spiace per te ma non potrai rivederli molto presto…”, ed aggiunse: “Quanto a te poi …”, riprese, “Potrai forse cavartela con molto meno, se solo adesso fai quello che ti dico”.
    Hélène iniziò a temere seriamente, che quegli intendesse approfittare di lei, ed immediatamente avvertì uno scatto tra le gambe; non aveva minimamente pensato a questa sciagurata eventualità, e non sapeva proprio come mai avrebbe potuto reagire.
    Ma il signor Mariano girò attorno alla scrivania, venendo nei suoi pressi; a quel punto, sempre col sigaro stretto nella mano, le fu accanto e le sfiorò con un dito la gonna, di lato, come se intendesse disegnarle una linea giù dal fianco, fino in basso dove si liberava la calza scura sopra il ginocchio. Poi finalmente disse: “Sono un uomo di sessant’anni … e non credo di poterti dare la lezione che meriteresti …”.
    Le continuava a segnare la gonna con un dito, in su e in giù, mentre con la destra adesso aveva ripreso a tirare il suo sigaro, noncurante dell’immane fastidio che il fumo causava alla ragazza, nello spazio piccolo e angusto dello studio.
    “Ho sempre pensato …” aggiunse, “che tu fossi una ragazza veramente stupida, e adesso ne ho avuto la diretta conferma; se solo non avessi sessant’anni, a questo punto io ti punirei, trattandoti esattamente come si merita una stupida cameriera…”.
    Insisteva nel ribadire il concetto, e Hélène nel frattempo taceva ...
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