Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... terrorizzata; aveva capito benissimo come quegli intendesse riferirsi nel suo discorso sconnesso, ad un atto sessuale. Volse il capo verso di lui, con gli occhi gonfi di lacrime ed un’espressione totalmente costernata e persa.
“Devi quindi ringraziare” riprese Mariano, “il fatto che io da molti anni, non riesca più a prendere una donna”, e batté una mano sul tavolo; diede l’ennesima boccata di sigaro, e prese a girare per la stanza, dicendo: “Ma tu cosa ne puoi sapere di tutto questo … adesso piegati sulla scrivania”.
Fu lì che Hélène comprese, come verosimilmente non avrebbe potuto mai farla franca, senza avere come minimo mostrato le sue nudità al proprietario del locale. Fu una sensazione talmente lacerante e fastidiosa, che la ragazzotta belga ebbe come un insano istinto, di reagire e di ribellarsi; ma ancora una volta non disse e non fece nulla, aveva sempre moltissima paura di perdere il suo posto di lavoro.
Si piegò allora docilmente in avanti, con la pancia distesa lungo tutta la scrivania; il signor Mariano le si fece più vicino, e tirando sempre il suo sigaro le disse: “Brava, dimostrami adesso di essere una cameriera brava e obbediente…”; e poi aggiunse: “Aggrappati ai braccioli della mia poltrona con tutte e due le mani … brava”.
Hélène fu costretta a giacere così, piegata in avanti con il volto riverso incontro alla sedia e le mani che reggevano i due braccioli dinanzi a lei, in una posizione assai scomoda e per di più, davvero umiliante. Mariano prese a ...
... girare avanti e indietro alle sue spalle col suo sigaro nella bocca, e a fissarle il didietro della gonna, che si stagliava rotondo ed ingombrante, tutto rivolto verso il centro della stanza.
Era evidente come lui intendesse irriderla fino in fondo, e così come atto successivo, le impose di alzarsi la gonna; lo fece dopo diversi minuti di angosciante attesa, ordinandole: “Senza muoverti adesso … con le mani tirati su quella stupida gonna… fammi vedere le mutande che hai addosso”.
Hélène ebbe un’improvvisa scossa di autentico tremore, e biascicando parole a bassissima voce, prese ad implorarlo: “… cosa vuole farmi signore … la scongiuro”. Quegli batté il pugno sul tavolo, ed abbassandosi leggermente verso di lei da un lato, le disse digrignando i denti: “Se non fai quello che ti dico, io ti denuncio e dico tutto quanto alla polizia!”.
Hélène sollevò penosamente la gonna con ambedue le mani, tirandosela su un poco alla volta, finché non fu completamente arrotolata attorno ai fianchi, e lo fece singhiozzando e deglutendo miseramente come una bambina. Non era affatto bello ciò che in quel momento ella esibiva dinanzi agli occhi dell’anziano proprietario del locale: un didietro grosso come un pallone, avvolto dentro ad uno spesso paio di calze intere di colore piuttosto scuro, sotto le quali a malapena traspariva una larga mutandina, scura anch’essa, di morbido raso.
Hélène ristette in quella posizione, afferrando nuovamente i braccioli della sedia con ambedue le mani, senza ...