Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... alcune parti dei suoi glutei avevano assunto adesso un orribile colore violaceo, apparivano come tumefatte.
Iniziò a singhiozzare tristemente nella sua solitudine, ed a vergognarsi profondamente di sé stessa: era stata talmente stupida, da provare addirittura un inopinato senso di piacere, mentre veniva battuta; ma adesso, di fronte alla vista di quel culone così brutalmente gonfio e malridotto, provava un sentimento incredibile di pena e di afflizione.
L’unico modo per alleviare il bruciore era quello di lasciare le natiche libere, senza mutandine e senza calze indosso. Prelevò dal cassetto il delicato slippino color carne, e si rimirò nuovamente dentro lo specchio, con infinita vergogna e totale disagio. Poi indossò le sue solite calze autoreggenti, come era del resto strettamente necessario; le erano infatti tornate alla mente le disposizioni datele dal proprio datore di lavoro, di tenere sempre le cosce nude sotto alla gonna, quando era impegnata dentro il locale.
Bastò ricordarlo e connettere così tutti quanti i suoi pensieri, per farla scivolare nell’angoscia più buia e profonda: quella punizione sarebbe infatti andata avanti. Il signor Mariano l’avrebbe controllata e tenuta costantemente sotto pressione, fino alle paventate nuove botte che già egli le aveva promesso, per la domenica successiva.
Si presentò al lavoro che ancora camminava a fatica, con le natiche sudate coperte unicamente dal tessuto delicato della gonna, per lenirne maggiormente il dolore ed il ...
... calore insopportabile; il proprietario quella sera era lì, ed era stranamente ed interamente concentrato su di lei. La signora Nadia, per parte sua dovette pensare, che quegli lo facesse unicamente per poterla sorvegliare dopo il pasticcio combinato la volta precedente; ma in realtà, la sua vera intenzione era quella di osservarla e di continuare ad umiliarla, ricordandole in questo modo la maniera forte in cui egli l’aveva punita la mattina stessa.
Hélène si muoveva a fatica tra i tavoli, con le natiche che continuavano a brulicarle di caldo sotto alla gonna; e quando a metà serata si chiuse in bagno per fare la pipì, non poté risparmiarsi nuovamente la vista sgradevole, di quel didietro così gonfio e deforme, una vergogna indicibile.
In cucina era ritornato Ivan, il cuoco romeno maggiormente esperto; avrebbe ripreso a lavorare al posto di Adrian, la cui assenza si notava non poco. Come se non bastasse, tutte quante le cameriere adesso guardavano Hélène con non poco sospetto, trattandola con un certo palese disprezzo: immaginavano che lei fosse stata complice del furto compiuto la sera precedente, e si domandavano come mai fosse ancora lì al suo posto, a lavorare insieme con loro.
Quella sera, Hélène prese per la prima volta ad anelare fortemente, di lasciare Roma e l’Italia; disprezzata e derisa da tutti, senza un fidanzato che nemmeno la corteggiasse, e adesso per giunta punita e umiliata con il castigo.
Passarono le sere successive a studiare Diritto Canonico insieme con ...