Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... d’affitto dell’appartamento nel sottoscala poteva essere concluso oppure rinnovato ogni sei mesi, e pertanto entro la fine d’aprile le tre ragazze avrebbero anche potuto decidere d’abbandonare quel posto. Ma vi era un aspetto che Hélène non poteva certamente trascurare: le sue coinquiline s’erano fatte carico della sua parte, per ben due mesi, e certamente sarebbe stato molto difficile, se non addirittura improbabile, chiedere loro d’abbandonare la casa alla semplice scadenza del primo semestre di contratto.
Decise pertanto di smettere di pensarci, ed entrò così in bagno per cambiarsi. Quando ne uscì, tutta stretta nei suoi soliti abiti da lavoro, incrociò il signor Mariano nel corridoio della cucina, e quegli le sorrise; era da diverso tempo che non lo faceva. Aveva iniziato a provare un’inspiegabile attrazione verso di lei, ma era unicamente la passione che egli provava nel maltrattarla, ed Hélène lo sapeva.
Ma tutto ciò che ella aveva subito, non era ancora nulla di fronte al disastroso epilogo che l’attendeva per l’indomani; Hélène non lo avrebbe mai più dimenticato, era del tutto ignara ed alla fine della serata, decise di cambiarsi indossando una semplice tuta bianca, con la giacca azzurra sotto il solito cappotto nero.
Ad attenderla fuori dal locale, lontani dalla vista, nei pressi della fermata dell’autobus, Adrian e il suo amico Jan se ne stavano fermi come due sentinelle.
La prelevarono di peso, uno tenendola ferma per un braccio e l’altro spingendola di ...
... forza dentro lo sportello dell’automobile; Hélène prese a gridare, ma presto la macchina filò via con la musica alzata a tutto il volume possibile, per far sì che nessuno la potesse udire.
E nessuno avrebbe saputo quel che le avrebbero combinato quella sera: a detta di Adrian, quello era il giusto castigo che la cameriera belga avrebbe dovuto subire, per averlo accusato ingiustamente dinanzi al suo datore di lavoro.
Fu costretta a fare un pompino all’amico del cuoco, una pratica davvero penosa dal momento che quegli era anche perfettamente impotente; Adrian invece l’abusò una volta ancora nel didietro, trovandola disponibile e consenziente, ma solamente a causa del timore che ella nutriva, di venire maltrattata e picchiata dai due uomini in caso di rifiuto.
A Liegi le ragazze più giovani venivano normalmente omaggiate, nel mese di aprile, dei cosiddetti doni della primavera: erano ghirlande, fiori profumati, e delicate collane di pietre colorate; il ricordo ritornò alla mente della povera ragazza, abbandonata alla fermata della stazione alle due di notte, con il delicato orifizio dell’ano ancora tutto dilatato e ricolmo di liquidi, la tenera bocca completamente oltraggiata, ed il sedere ancora dolorante. Era una fortuna che nel buio pesto dell’automobile, parcheggiata vicino alla discarica, il cuoco non si fosse nemmeno reso conto, di quanto quel povero sedere fosse ancora rigonfio di chiazze nere e deturpato da orribili bozzi.
Non avrebbe mai più rivisto il suo Adrian, dal ...