Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... momento che questi sarebbe stato condannato in appello a due anni di carcere, assieme al suo scellerato compare, solamente pochi giorni addietro; quegli sciagurati li avrebbero scontati solamente a metà, ma era quanto bastava a tenerli lontani da lei, per tutto il tempo necessario. Le lasciò con quel tristissimo epilogo, un ultimo ed amarissimo ricordo di sé.
Quarantacinquesimo episodio
La salita lungo via Merulana, all’ombra dei pochi alberi rimasti non ancora sfoltiti dagli addetti al mantenimento stradale, era davvero un autentico strazio, sapendo il triste destino che ancora una volta – per la quarta domenica di fila – Hélène si accingeva a dover scontare.
La settimana successiva sarebbe arrivata Pasqua, chissà se qualcosa sarebbe finalmente cambiato; intanto la ragazzotta belga saliva lungo la strada strisciando lentamente, senza alcuna fretta, in preda al solito sentimento e rimuginando.
A furia di prender botte, il sedere le era diventato come un grosso pacco di scorza dura, con due orrende placche di pelle annerite, sulla superficie dei glutei bianchi piuttosto corrugati, dalla cellulite e dal servizio ricevuto con la paletta.
Inoltre, sentiva la bocca dell’ano ancora intensamente dolorante; Adrian l’aveva sodomizzata in modo fiero e deciso, per diversi minuti, inginocchiato alle sue spalle sul sedile posteriore dell’automobile. Davanti allo sguardo impassibile di Jan, seduto sempre al posto di guida.
Hélène avanzava lungo la salita, tutta stretta nella ...
... sua gonna nera, contrita e triste, avrebbe voluto piangere.
Quella mattina aveva indossato nuovamente le sue calze più corte e leggere, nell’intento di non soffrire eccessivamente il caldo; e s’era preparata meccanicamente, mentre in casa le sue due coinquiline erano ancora alle prese con la colazione e con la doccia.
Con Paula, Hélène parlava oramai assai di rado; Chiara invece l’aveva aiutata con lo studio fino al pomeriggio di due giorni addietro, salvo poi lasciarle intendere di non poterle dedicare più alcun tempo durante il fine settimana.
E dopo poco più che ventiquattr’ore, alle undici di mattina dell’indomani, nell’aula ubicata al piano terra vicino alla sala della mensa, si sarebbe svolto l’esame che Hélène aveva tanto atteso e che adesso tanto temeva.
L’ultimo tratto di strada lo fece camminando sul lato sinistro, con un filo di vento che le scombinava leggermente i lunghi capelli lisci neri; aveva il viso bianco e delicato come sempre, forse un po’ meno tondo e paffuto del solito. Piccoli occhietti scuri e vivaci, uno sguardo ingenuo e perduto, da bambina cresciuta malamente: tanti dettagli che quel giorno le conferivano un’aria vagamente diversa rispetto al solito.
Il signor Mariano la accolse sull’ingresso del locale prendendola per mano; non gliela stringeva dal giorno del loro primo incontro. Le disse: “Ho una sorpresa per te …”. Hélène avanzò dentro il salone illuminato solamente da alcuni faretti disposti lungo la parete, timida come sempre.
La fece ...