Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... una boccata di fumo e l’altra: “la paletta della cucina ti ha indurita, questo invece te lo farà a strisce …”, e si mise a ridere in modo orrendo.
Poi concluse, mentre sentiva il pene crescergli in modo informe e innaturale, fino quasi a fuoriuscirgli da un lato sotto alle mutande: “Avanti! … fammi vedere come sei messa oggi … su quella gonna”. E le diede un piccolo colpetto sul didietro di nuovo, per ribadire il concetto.
Hélène non s’era ancora piegata in avanti, e lo fece in modo spontaneo, nell’istante stesso in cui ella si sollevò la gonna, obbedendo all’ordine; il signor Mariano accese una lampada nel piccolo studio, e ne volse il braccio flessibile verso di lei, fino ad illuminare da un lato in modo trasversale e un po’ grottesco, il gigantesco popò della povera ragazza.
Si intravedevano due orribili macchie nere verticali, che le scendevano da sopra, fino alla metà esatta d’entrambi i glutei tumefatti. Il resto era tutto uno schifo di bozzi e di bucce d’arancia, una vista davvero impietosa. La mutandina color carne sembrava quasi un filo trasparente ed evanescente, illuminata di lato nella luce fioca dello studio.
Hélène continuava a piangere silenziosamente, e non si diede cura di afferrare la sedia di fronte, come era solita fare tutte le volte; il signor Mariano glielo rammentò, puntando la bacchetta e colpendo ambedue i braccioli, prima quello sinistro e poi quello destro, in rapida sequenza.
Con una mossa decisa, le abbassò le mutandine, che a quanto pare ...
... lo disturbavano; gliele tirò giù senza liberarla in mezzo alle gambe, lasciandole il minuscolo filino rosa e l’elastico leggero entrambi discesi, che penzolavano di poco sotto alla cavalcatura della povera ragazza.
Poi le appoggiò nuovamente la dura bacchetta di legno, ed Hélène avvertì immediato, un forte ed intenso bruciore: era unicamente la spinta del legno contro le due grosse chiazze sul didietro, a causarle quella pena. Tremò al solo pensiero, di quello che l’avrebbe attesa di lì a poco.
Le disse, dopo l’ennesimo tiro di sigaro: “Te ne darò dieci, e poi metteremo il tappetto, è già pronto”. E si mise a ridere.
Poi aggiunse, con tono di voce ancor più sadico e fastidiosamente oltraggioso: “Ma devi contarle tesoro mio … semplicemente uno e poi grazie, dopodiché due … e poi avanti fino a dieci”.
Era la stessa umiliante situazione, cui era stata sottoposta, anche se per puro gioco, durante la festa dei suoi diciott’anni.
“Hai capito … stupida cameriera !?!”, urlò alle sue spalle l’uomo, appoggiandole nuovamente la bacchetta tutta quanta per intero, da sinistra a destra; al punto che in quell’istante il culone rigonfio della ragazza pareva tagliato in due, a metà, da una severa linea orizzontale scura.
Hélène mollò i due braccioli per un attimo, asciugandosi le lacrime e sospirando in modo desolato, dopodiché si piegò nuovamente con la pancia lungo tutta la scrivania, ed afferrò la sedia con tutta la forza di cui disponeva; il signor Mariano le sistemò meglio la gonna ...