Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... situazione, ed immediatamente Hélène lo comprese: mancava solamente mezz’ora, e lei non era giunta nemmeno a metà, di quello che avrebbe pensato di poter scrivere, per cui andare avanti non sarebbe a quel punto servito assolutamente a nulla.
Attese per altri venti minuti scarabocchiando tristemente sul dorso del foglio, lo stesso che al principio ella aveva riempito per un’intera pagina, prima di arrendersi del tutto.
Non avrebbe desiderato affatto d’incrociare Linda Prevet, era ancora bagnata fradicia in mezzo alle cosce e sotto le mutandine; poi notò con non poco sollievo, il lento movimento di alcuni studenti che abbandonavano l’aula, senza consegnare il proprio scritto; con il professore rimasto tutto il tempo seduto alla propria scrivania, in posa ferma ed atteggiamento piuttosto altero, che li andava scrutando con sguardo imperturbabile.
Allora Hélène infilò tutto quanto dentro alla propria borsetta, senza prestare alcuna attenzione al disordine delle cose al suo interno; e sollevandosi in piedi nella gonna beige tutta stretta attorno ai fianchi, uscì senza guardare nessuno, filando via sul lato destro, rapida e fugace come una ladra.
Giunta poi nell’androne, recuperò la sua giacchetta di pelle chiara color panna, e l’indossò con qualche sofferenza, sopra alla sua camicetta azzurra da impiegata.
Si ritrovò nel piazzale antistante l’Università, non lontana dal proprio luogo di lavoro; avrebbe dovuto attendere l’autobus per tornarsene a casa, ma in quel momento, un ...
... senso immane ed umiliante di vera sconfitta, la prese all’improvviso; il tappetto di gomma conficcato nel didietro faceva il resto, ricordandole perennemente, di essere stata una povera stupida e di avere commesso tantissimi errori.
Si incamminò allora a piedi, avrebbe desiderato finalmente liberarsi di quell’oggetto che oramai era diventato duro e nodoso fino a causarle del vivo dolore, probabilmente anche a causa dei liquidi che si erano sparsi da tutte le parti.
Avrebbe potuto infilarsi in qualsiasi bar lungo la strada, magari con la scusa di prendere un caffè, per poi chiedere di poter usufruire della toilette, e provare a fare da sola. Ma quel cosino le stava conficcato dentro talmente per bene, che non sarebbe stato affatto semplice estrarlo.
Prese a camminare lungo un piccolo vicolo sulla sinistra, nella direzione del Convitto, e lo fece per evitare di dover camminare dalle parti del locale; all’ora di pranzo era già mezzo aperto, e non era improbabile poter incrociare qualcuno dei suoi colleghi, se solamente fosse transitata lì dinanzi.
Superato l’antico edificio di colore rosa del vecchio ospedale, Hélène decise di svoltare a sinistra lungo una viuzza in salita, mai percorsa prima d’allora; in quel momento il dolore lungo i glutei, oppressi per quasi due ore dal duro legno della panca, riemergeva ancor più severo e prepotente; proprio mentre il tappino di gomma sembrava apparentemente esser divenuto più sottile ed appuntito che mai: pareva avere assunto la forma ...