Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... sgradevole di un dito.
In quel momento il telefono squillò; era Chiara che la cercava per domandarle come fosse andata la prova d’esame, ma Hélène decise di non risponderle. Le sovvenne il pensiero di dover chiamare presto anche sua madre, e ancora una volta sentì la schiena irrigidirsi per la paura. Tutto ciò che la ragazzotta belga desiderava, era liberarsi il didietro di quel tarlo fastidioso ed ingombrante: avrebbe voluto andarsene in bagno per i propri bisogni, una volta per tutte, non avendo potuto farlo la mattina stessa.
Discese allora alcune scalette, e con non poca sorpresa, Hélène si rese conto di trovarsi in un luogo a lei familiare, una via percorsa tante volte, durante le lunghe settimane d’ottobre trascorse al Convitto: era la stessa strada che ella aveva attraversato con le buste della spesa, in numerose altre circostanze, proveniente dal negozio di frutta e verdura che si trovava in una traversa successiva sulla destra.
Travolta dal dolore, a corto di idee su come fare per liberarsi, Hélène pensò che forse la persona di cui si sarebbe meno vergognata, era proprio quel giovane e fastidioso ragazzetto africano che lavorava in quel posto. Avrebbe mai potuto farlo, di farsi liberare il buchino da lui, mostrandogli ed esibendogli tutta quanta la sua vergogna e le umiliazioni che ella aveva ricevuto?
Hélène si mise le mani nei capelli, mentre anche la borsa che le penzolava da una spalla sul lato sinistro, pareva in quel momento esser divenuta più pesante ...
... d’una zavorra. Quel ragazzetto non avrebbe potuto davvero rivelarlo a nessuno, dal momento che egli non conosceva davvero nessuno: si sarebbe umiliata fino alla morte di fronte a lui, ma in fondo non era solo un semplice ed ignorante garzone di bottega?
Mentre svoltava nella strada del negozio di frutta e verdura, oramai decisa a farsi aiutare da Samir, Hélène sentiva le lacrime discenderle nuovamente sul viso; lo avrebbe fatto, di mostrarsi a quel semplice garzone, ma unicamente a condizione di imporre a sé stessa, che dall’indomani avrebbe cambiato vita, facendo finalmente tesoro di tutti i suoi errori.
Fece allora il suo ingresso dentro alla piccola bottega, non vi si era mai recata in quello strano orario, durante il passato mese d’ottobre. E lì l’accolse una donna piuttosto anziana, con le braccia nude ed i capelli raccolti in una specie di foulard bianco: nella sua lontana gioventù doveva esser stata con ottima probabilità, una corpulenta contadina.
Hélène fece finta di osservare le fragole di stagione, ma con la coda dell’occhio, ella fissava di soppiatto il retro del banchetto, cercando di intravedere Samir sul fondo buio del piccolo negozio; la signora anziana dovette notarla, ed allora con aria curiosa e senza alcun riserbo, le si rivolse dicendo: “… La signorina cerca qualcuno?”.
Hélène non trovò nulla di meglio che rispondere, mentre oramai sentiva quell’orribile tappo di gomma scoppiarle nel sedere, dicendo: “Buongiorno… vorrei prendere alcuni meloni … ma non c’è ...