Storia di Hélène
Data: 26/06/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... immagini come il nastro stretto attorno ad una grossa salsiccia, oppure ad un pacchetto chiuso bello annodato. Ti accorgi che la barriera è calata, e che il piacere ha inizio.
Il pianto della ragazzina è inesorabile, e continua sempre eguale. Vorresti ordinarle di smettere, ma poi comprendi che è a causa dei tuoi sculaccioni, che ella piange; non le dai alcuna attenzione, tanto lei non imparerà mai se non in questa maniera.
Lo riprendi meglio, è gonfio e turgido al punto giusto: apri e chiudi alla base, e oramai lo puoi ammirare, eretto come una sobria colonna di liscio marmo rosa. Reclini leggermente in basso la schiena, scivolando coi glutei sul davanti. Quanto sangue corre veloce nelle vene, fino a dentro il sacchetto molle che penzola in basso, giù dalla sedia.
Il limite è superato, mentre la ragazzina continua a piangere; gli occhi tornano con insistenza a frugarla sul didietro, gonfio e deforme, con due enormi chiazze rosse; è probabile che le resteranno per diversi giorni, diventeranno prima viola e poi nere: due grossi lividi neri che l’accompagneranno fino alla prova costume, che la ragazzina non farà.
Le minuscole mutandine bianche restano sospese a metà delle sue ginocchia, né su e né giù: avvolte nell’unico punto in cui Hélène dovrà abituarsi ad indossarle d’ora in avanti. Il sederone occupa l’aria libera in mezzo al salotto di fronte ai tuoi occhi: l’hai veramente ridotta malissimo questa volta.
Ed il bastone è oramai gonfio all’inverosimile; più ...
... gonfio di quanto sia ragionevole immaginare quando è a riposo. Sembra che l’aria sotto la pellaccia dura e sudata lo riempia come il copertone di un’automobile. Non serve nemmeno più che tu lo muova, basta che tu lo trattenga saldo alla base, per sentire il sangue correre dal basso verso l’alto, in su e in giù, rassodandolo, rinforzandolo, come un pilastro di cemento armato.
È il momento di evitare grossi danni; ti levi di scatto dalla sedia, con la cinta che sbatacchia sul pavimento; solamente in quell’istante, Hélène volge i suoi occhi neri e mesti verso il basso, verso la fibbia pesante caduta in terra: per un istante teme per sé stessa, una nuova dose di percosse. Ma la tua mano destra ha già fatto per intero il suo dovere su di lei.
Lei non ha il coraggio di guardarti il pene, che è una mazza dritta e possente, mentre muovi rapido brancolando verso la cassettiera vicino al divano. Lì trovi una scatola, e dentro di essa tante bustine di plastica, che apri nervosamente.
È questione di istanti, ma tanto basta per allentare la presa del sangue attorno al suo budello; ti risiedi e devi ricominciare tutto daccapo: ma stavolta la partita è facile, il liquido è già in circolo, e la ragazzina ti guarda proprio lì in mezzo; ha gli occhi inumiditi dal pianto ed è impaurita, impressionata dalla tua prepotenza.
Lo riprendi dal basso, agitandolo come l’asta vuota priva della bandiera. E proprio come un’asta si piega in su, e poi da un lato, mentre la stretta alla base lo dilata ...