1. Storia di Hélène


    Data: 26/06/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Tue Racconti Autore: helene89@mail.com

    ... uscita in giro a fare delle spese, Hélène decise di frugare un poco dentro al suo armadio e dentro ad alcuni suoi cassetti, senza alcuna vergogna: vi ritrovò un bel po’ di indumenti eleganti, di biancheria intima piuttosto succinta e provocante, con mutandine sottilissime e trasparenti, fino anche ad una guêpière in pizzo delicato e ad un paio di vaporosi reggicalze in cotone e di raso scuro.
    Apparve completamente evidente a Hélène, come la sua compagna d’appartamento coltivasse una specie di duplice identità: estremamente precisa e puntigliosa nello studio, ma poi libera e sensuale ai limiti della provocazione, nella propria vita privata; ed in quell’istante Hélène provò anche un senso di profonda tristezza e di squallore: non aveva mai avuto un fidanzato in vita sua, ed era ancora, tristemente vergine.
    In verità, a Chiara aveva raccontato qualcosa di ben diverso, dal momento che le aveva rivelato di aver avuto una lunga storia d’amore ai tempi del liceo, a Liegi, con un ragazzo di poco più grande di lei. Ma non era vero nulla. Le sue uniche esperienze di sesso, infatti, Hélène le aveva avute in camera sua, sotto le lenzuola; aveva scoperto infatti di amare molto sfiorarsi mentre era dentro il letto, ma nulla di più.
    Aveva veduto le sue amiche d’infanzia crescere, fidanzarsi una alla volta, ed infine perdere tutte quante la loro verginità; una di loro, Sonia, aveva anche avuto una meravigliosa bambina, nata da appena due settimane.
    Ma se n’era dovuta fare una ragione ...
    ... per il momento.
    Sorrise nuovamente, mostrando la sua dentatura perfetta di colore giallo opaco. Questa volta il ragazzetto africano di nome Samir la fissò in volto, e subito si propose per aiutarla a trasportare le sue pesanti buste con la spesa; Hélène era sudata ed accaldata, ed alla fine accettò un po’ controvoglia.
    Durante il non breve tragitto, che a Hélène dovette apparire comunque lunghissimo, prese a parlarle nella sua stessa lingua, chiedendole da dove venisse, e che cosa facesse lì da sola in Italia. Era davvero invadente, come solo gli uomini africani sanno esserlo, e dopo solamente pochi metri di strada Hélène si pentì amaramente di avere accettato il suo aiuto. Giunta poi dinanzi all’entrata del Convitto, dovette ribadire per almeno tre volte in maniera quasi scortese, che non era assolutamente consentito a nessun uomo, di varcarne la soglia d’ingresso.
    Allora Samir fece finalmente cenno di volersene tornare al negozio, ma poi un attimo prima di allontanarsi, le sussurrò pian piano sottovoce: “Posso chiederti una cosa madame? … posso tirarmi una sega pensando a te madame? …”.
    Hélène provò un misto di ribrezzo e di pena per lui; gli diede una moneta e gli disse di andare. Quando infine si voltò lui da lontano, le stava fissando ancora ed insistentemente il sedere.
    
    Ventesimo episodio
    
    Il Professor Ducré era con ottima probabilità, l’autentico spauracchio dell’intera Università. Tutti gli studenti del primo anno provavano un vivo timore nei suoi confronti, e ...
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