Diario di Hélène - Le ossessioni
Data: 17/07/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... passato s’era sempre annoiata moltissimo in quella circostanza.
Era il venerdì che precedeva il giorno della festa e Benoît l’aveva già iscritta suo malgrado alla competizione; la signora Houllier si trovava in ufficio, mentre Hélène era in Italia: appena fuoriuscita dalla primissima esperienza di sesso della sua vita, sverginata da un cuoco del locale in cui ella lavorava; non era certamente quello un giorno normale neppure per lei, che era in quel momento così lontana.
Bianca non voleva assolutamente partecipare alla competizione di tennis da tavolo; le due racchette erano disposte sul tavolo della veranda, abbandonate in bella vista fuori dalla loro custodia. Prese dall’astuccio un pennarello nero, di quelli indelebili, ritenendo che tutto ciò risultasse persino divertente; vergò compiaciuta, sul dorso di gomma di una delle due racchette, una frase idiota e volgare.
Pour nettoyer tes fesses
Era un invito a adoperare la racchetta in bagno per pulirsi il sedere, o qualcosa di simile; una frase assai poco nobile.
Benoît se ne accorse dopo circa un’ora, nell’istante in cui egli giunse in quel luogo, a predisporre la borsa sportiva per l’indomani; la sua prima reazione fu di sorpresa, non poteva affatto credere che la figliastra avesse potuto davvero, compiere una simile sciocchezza. Poi dopo un solo momento, lo stupore iniziale si risolse in grande rabbia e ferma volontà di riprenderla: quelle racchette erano costate, quasi sessanta euro di sua tasca; non sarebbero ...
... mai più state utilizzate.
Bianca udì dalla propria cameretta da letto, la telefonata in cui l’uomo di sua madre inaspettatamente cancellava la sua iscrizione: non immaginava che quegli lo facesse, solo per aver veduto, ciò che lei aveva stoltamente realizzato con quella racchetta; fu persino contenta nell’udire la breve conversazione, in cui veniva assecondato un suo desiderio.
Petite Bianca, tu pensi che tutto ti sia sempre consentito
Benoît era sceso nuovamente al piano di sotto, sembrava irrequieto; meditava girovagando nei pressi del salone. Il disprezzo verso la figliastra l’avrebbe indotto verso qualche particolare forma di castigo nei suoi confronti: un epilogo cui mai egli si sarebbe prestato, nel suo recentissimo passato; ma quel giorno la misura era davvero colma.
Egli concluse che, in ogni caso, la ragazzina avrebbe dovuto lungamente riflettere su quanto di sbagliato ella aveva appena compiuto: quella scellerata scritta era probabilmente impossibile da cancellare, ed ella se ne sarebbe dovuta rendere almeno consapevole, in maniera da non rifarlo più.
Così raccolse la racchetta imbrattata dal tavolo della veranda, e la portò via con sé nel piccolo bagno; chiuse il lavandino riempendolo tutto d’acqua fino al bordo, ed infine vi dispose la racchetta accanto, laddove vi era anche una saponetta, nei pressi d’un piccolo asciugamano di cotone.
Poi chiamò la figliastra a gran voce, invitandola a scendere.
Ricordi petite Bianca, il tuo disegnino sullo specchio ...