Diario di Hélène - Le ossessioni
Data: 17/07/2022,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Tue Racconti
Autore: helene89@mail.com, Fonte: RaccontiErotici-Club
... specchio petite Bianca, e riconosci di essere stata ridicola, oltre che distratta. I passi lungo le scale non ti lasciano scampo: Benoît sta scendendo al piano di sotto dopo aver chiesto il consenso di tua madre; e ti troverà lì nel piccolo bagno, dove ti aveva ordinato di attenderlo.
Al principio non avevi capito nulla, non avevi compreso il motivo per cui ti avesse obbligata a recarti lì dentro, per rimanerci da sola, reclusa per un tempo quasi interminabile.
Avevi trascurato il fatto che vi era una ragione ben precisa; un gioco apparentemente stupido che si era tramutato in uno sbaglio grave: non era la prima volta che ciò accade petite Bianca.
C’è un momento in cui gli adulti riconoscono che una misura è satura: per te quel momento è arrivato; non ti sono bastati i quindici anni per evitarlo. E adesso verrai punita.
L’uomo di tua madre sta per farlo proprio in quest’istante, è solo questione di dettagli oramai. Tra poco ripenserai profondamente a ciò che hai fatto, stanne certa: lo farai con la vergogna di una ragazzina ridicola e distratta che si guarda nello specchio. È giunto il momento di piangere.
Dodicesimo episodio
Quando la porta del piccolo bagno si aprì, Bianca aveva oramai compreso, che non si sarebbe trattato di un gioco.
Benoît le apparve subito diverso dal solito, nel modo in cui la guardava; era un uomo di poche parole, e facendole un cenno della mano le intimò subito di avvicinarsi.
La racchetta era stata poggiata da Bianca nel medesimo ...
... luogo, ancora leggermente umida e bagnata di sapone; l’uomo di sua madre capì che la scellerata figliastra, aveva inutilmente provato a rimediare al danno, senza riuscirvi.
“Non si cancella… vero?” le disse guardandola negli occhi, con una strana smorfia del viso, ironica e desolata.
“Ho provato a lavarla… ma non si cancella …ti prego…” rispose Bianca con il capo chino, a bassissima voce.
“Vieni qui” le disse l’uomo di sua madre, tenendo la famigerata racchetta ben stretta nella sua mano destra.
La ragazzina si era avvicinata, ma in quell’istante tacque immobile; aveva capito di non avere alcuna possibilità di evitare il castigo, ma non aveva ancora alcuna idea, di come tutto ciò, si potesse rivelare umiliante e doloroso.
Sotto il tessuto leggero e delicato della tuta, ai lati del tratto sottile della sua piccola mutandina nera, già le due tenere guance bianche del didietro, le si serravano raggelate; l’intuito le diceva già, che sarebbe andata a finire in quel modo. C’era davvero tantissima aria di botte.
“Vieni qui” ribadì nuovamente l’uomo di sua madre senza alcuna compassione verso di lei; ed allungando nuovamente il braccio sinistro, spazientito egli la afferrò: Bianca emise un urletto contrito e penoso, mentre tutta quanta sbilanciata in avanti, ella scivolava lentamente nei pressi del lavandino. Benoît brandiva sempre la racchetta nella sua mano destra, vibrandola percettibilmente nell’aria in modo subdolo.
“Giù!” le disse lui, spingendola senza troppo garbo su tutta ...