1. Emanuele 2.0


    Data: 24/03/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: honeybear

    ... chiappe spingendo in avanti il plug. La sollecitazione della prostata mi fa vedere le stelle - A meno che non siamo noi ad ordinartelo!!”
    
    Abbasso mestamente il capo mentre vengo incatenato accanto al mobile bar.
    
    “Resta lì. In ginocchio e mani sulle cosce!!”
    
    Loro si siedono sul grande divano in pelle iniziando a conversare amabilmente di sport e politica; quando ad un certo punto: “Schiavo, servici l’aperitivo!”
    
    Prendo il vassoio su cui sono posati i cocktails pronti e gli stuzzichini. Li appoggio al tavolino piegandomi in avanti per afferrare i bicchieri e porgerglieli. Le loro mani passano attraverso le mie gambe leggermente divaricate risalendo alle palle e quindi ai glutei: il contatto tra la seta e i miei peli, mi provoca un irrefrenabile prurito. Loro sembrano non avvedersene e seguitano a discorrere mentre afferrano i tumbler avvicinandoseli alla bocca.
    
    “Hai dimenticato il ghiaccio!! - mi rimprovera bonariamente il coach alzandosi – Ed è una grave mancanza questa!! - Sul mio volto si dipinge un forte senso d’apprensione. Lui continua imperterrito - Vieni qui: t’insegnerò io a preparare dei cocktails decenti!”
    
    Mi avvicino. Lui raccoglie una manciata di cubetti dal cestello e me li getta addosso. Un tremito. Mi afferra saldamente per la testa e me la schiaccia sul pavimento premendola con forza sopra un paio di essi. Il dolore provocato dal freddo sembra paralizzarmi la parte sinistra del viso. Si china a sua volta, schernendomi: “Hai capito che ci ...
    ... vuole il ghiaccio!?”
    
    E così dicendo ne prende ancora uno dal cestello. Me lo passa lentamente sulla schiena e poi sul torace, intorno ai capezzoli. Li morde aggiungendo fastidio a quello delle pinze.
    
    “Apri la bocca e lascia cadere la catena!!” siamo carponi. Uno di fronte all’altro. Con la lingua mi passa il cubetto gelato per poi iniziare a trapanarmi. Sento il suo serpente viscido fino in gola ed il ghiaccio che si scioglie.
    
    Alberto non resta certo inerme e dopo essersi alzato ed avermi sfilato il plug dal culo, infila qualche cubetto anche lì. Lo fa lentamente, ma metodicamente. Sento il gelo picchiarmi in testa. Ottenebra i miei sensi e i miei pensieri…
    
    Sono completamente, assolutamente in loro balia…
    
    E il gioco mi eccita da morire. Il coach se ne accorge: “Raffreddiamo subito i bollenti spiriti!!” e ficca del ghiaccio anche nel perizoma. I miei occhi scuri li osservano con un misto di sfida e perversa lussuria.
    
    Mi ignorano.
    
    “Pulisci tutto e renditi presentabile per apparecchiare e servire in tavola! Avvisaci quando è pronto!” spariscono nello studio di Alberto ridendo sonoramente: è la prima volta che glielo sento fare. Per un attimo rifletto sull’impressionante naturalezza dei loro comportamenti. E sulla bestialità della loro natura.
    
    ‘Mi stanno trattando come, se non peggio di un animale – mi dico rassettando meticolosamente e quanto più velocemente possibile – eppure tutto ciò sembra appartenere allo loro quotidianità’.
    
    Scaccio dalla mente quei ...
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