Orgasmi ignobili per nobili o le radici di luigino, 1a parte
Data: 20/04/2018,
Categorie:
Etero
Autore: sexitraumer
... Dio…la ragazza a furia di schiaffi e punizioni in età infantile, divenne volubile, alternando amabilità, con urli e violenza; imparò a usare la destra da mancina che era, ma odiava maestri e precettori, in particolare chi vestiva abiti talari…era incapace di qualunque lealtà per chiunque, compresi i suoi genitori, che oscillarono per anni se farla rinchiudere in convento, o no; alla fine era prevalso il no. Bonaldo era l’unico che sapeva calmare i suoi attacchi d’ira, smorzandoli con il proprio sguardo, la propria presenza, il proprio corpo, e i suoi organi, uno dei quali particolarmente apprezzato da Devota Maria fin dai quattordici anni: il cazzo. Eretto, caldo, e duro, e quello di Bonaldo era pure grosso per natura. Il piacere di prenderlo con la sinistra poi la rendeva felice…ancora più felice finì per diventare in alcuni momenti, come quando durante la confessione cui la obbligava sua madre, sapendo che il prete, l’anziano padre Certaldo, ben gradito a palazzo, era tenuto al segreto fino al martirio, usava raccontargli maliziosamente, per esempio, l’episodio del cunninlinctus a cui aveva costretto per capriccio notturno per due orette, il contabile nordico del padre, mentre dormiva nel suo letto: lingua, fica, lingua clitoride, e…niente cazzo… Il prete non amava conoscere questi particolari, ma lei insisteva per raccontarglieli comunque…poi seguiva il falso pentimento, l’altrettanto falsa preghiera, e quindi l’ipocrita assoluzione; in un’altra circostanza raccontò al ...
... prete durante l’ennesima confessione settimanale, che obbligò una volta una giovane contadina, poco sopra i quindici anni, amica della famiglia di Bonaldo, a penetrarsi ambo i buchi naturali con gli ortaggi di buona dimensione, portati da lei, l’incappucciata; la ragazza, alla quale non chiese manco se avesse un nome, si penetrò per lei ambo i pertugi del suo corpo, sorridendo di malizia per la dama incappucciata; Devota Maria di solito, per quegli spettacolini morbosi, amava toccarsi, o chiedere, alla femmina, o alla coppia di turno, una leccata della propria vulva, che si toccava mentre guardava la prestazione…all’improvviso però venne presa da un’altra curiosità: avvicinò le labbra ai capezzoli inturgiditi della ragazza, per saggiarne il latte, a causa dell’eccitazione di averli visti gonfiarsi, quei seni generosi ancorché adolescenti, la cui pelle aveva conquistato le sue nari per l’odore di fresco e pulito promanante da quelle giovani carni che respiravano durante la penetrazione imposta, che la ragazza eseguiva per compiacere, dietro compenso monetario, la dama incappucciata…
…all’improvviso dopo tre, forse quattro, succhi famelici di Devota travisata in cappuccio, la ragazza la respinse bruscamente dicendole:
“Il latte è per il mio figlio Marco, non per voi, schifosa porca!”
Devota, colpita dallo sguardo ostile della ragazza dal petto gonfio, per un istante ci rimase interdetta…
…!...
L’odore della carne dei seni della giovinetta l’aveva attratta unitamente ...